E dopo il Costa Rica...andiamo in Amazzonia!

L'esperienza di cooperazione partita otto anni fa in Costa Rica con l'intento di conoscere la realtà stupefacente della biodiversità presente nelle foreste tropicali, i problemi connessi alla sua conservazione, e l'aiuto che potevamo dare come GEV a questo Paese in via di sviluppo, ci ha visto approdare ad uno specifico progetto, "una Foresta per la Vita", che dal 1996 stiamo portando avanti con l'associazione modenese "Amazzonia 90". I frutti di tale progetto, per cui ci siamo impegnati con una campagna di divulgazione e di raccolta di fondi, sono stati in Costa Rica: (1) l'acquisizione di più di cento ettari di foresta per la Riserva Karen nella penisola di Nicoya, importante area non solo perchè riveste una rilevante importanza come conca idrografica, ma perchè costituirà un corridoio biologico fra la Riserva di Cabo Blanco, al limite estremo della penisola, e la Riserva di Monteverde nella Cordigliera centrale; (2) la creazione di un centro di educazione ambientale nella Riserva stessa che sarà intitolato alle GEV di Modena e che sarà utilizzato sia a fini didattici dalle scuole della regione sia a fini scientifici da ricercatori locali e speriamo...italiani! I tempi sono ora maturi per rivolgere la nostra attenzione al secondo obbiettivo del progetto: infatti pur continuando l'impegno in Costa Rica, nel prossimo luglio un gruppo di GEV e aspiranti GEV della provincia di Modena si recherà in Amazzonia per verificare la fattibilità per azioni di intervento e di aiuto ad una Riserva che si trova lungo il fiume Juauaperì, a 500 km da Manaus nello Stato di Roraima. Ci affacciamo quindi con reverenza sulla incomparabile realtà amazzonica che seppure mantiene alcune delle caratteristiche tropicali che abbiamo già incontrato in Costa Rica, presenta dei connotati del tutto peculiari. Il più eclatante è l'estensione del bacino amazzonico, quasi 7 milioni di Km2, di fronte a cui la superficie del Costa Rica scompare. La foresta pluviale amazzonica comprende buona parte del Brasile (circa il 60%) e si estende in altri 9 Stati fra cui il Venezuela, la Colombia e il Perù. E' una foresta prevalentemente di pianura e ha la caratteristica di essere inondata e diventare un immenso acquitrino chiamato "igapò" per una parte dell'anno. La massa d'acqua distribuita a fiumi mitici come il Rio delle Amazzoni, il Rio Negro e l'Orinoco da migliaia di affluenti il cui nome è ai più sconosciuto o non l'hanno affatto, crea una rete idrica e irrigativa che fa dell'Amazzonia l'area più vasta e più ricca di vegetazione di questo pianeta tanto da meritarle l'appellativo di "polmone verde della Terra". Da un punto di vista biologico rappresenta l'area geografica più ricca di specie viventi al mondo: contiene il 20% delle specie arboree e degli uccelli di tutto il pianeta, il 10% di tutti i mammiferi e gli insetti conosciuti sono ancora una minima parte: un solo tipo di albero può ospitarne fino a 400 specie diverse. Nelle acque amazzoniche vivono ben 2000 specie di pesci e alcuni animali ormai rarissimi come il lamantino, il delfino rosa o "boto", l'anaconda gigante e il caimano dagli occhiali. Ciononostante la foresta pluviale amazzonica è in grave pericolo, basti pensare che viene distrutta al ritmo di un'area equivalente a un campo di calcio ogni secondo. Che cosa possa significare la distruzione di questa foresta e quali effetti potrà avere al di là dei confini delle nazioni che la comprendono è l'incubo di molti ecologisti e conservazionisti. Basti pensare al ruolo svolto dal sistema amazzonico nella distribuzione del calore solare all'intero pianeta attraverso l'immane volume di nubi generato per evaporazione. Un effetto diretto lo si sta già notando nello stesso bacino del Rio delle Amazzoni dove il taglio o l'incendio della foresta ha già determinato un calo delle precipitazioni. La Riserva di Xixuau che andremo a visitare, è stata fondata 8 anni fa da uno conservazionista scozzese, Christopher Clark, (Chris per gli amici) con sua moglie Anna una ragazza toscana e alcuni compagni di avventura, con l'intento di salvare un lembo intatto di foresta primaria. Ora la Riserva comprende più di 171.000 ettari gestiti e protetti in cooperativa con gli abitanti del fiume, alcune famiglie di "caboclos" una popolazione di meticci sorta dall'incontro degli indigeni locali con i portoghesi e gli schiavi neri portati dall'Africa nei secoli scorsi. Essi vivono in capanne su palafitte, le "malocas" e si sostentano con la pesca, la raccolta di prodotti della foresta e un pò di agricoltura familiare dove possibile. Chris e i suoi compagni li hanno coinvolti nel progetto chiedendo loro di non cacciare più certe specie animali in pericolo di estinzione e di non tagliare alberi della foresta a scopo commerciale, in cambio di un aiuto economico e l'offerta di "servizi sociali" quali un piccolo centro medico e l'insegnamento scolastico per i bambini. A distanza di qualche anno, si può dire che sia stata una scelta vincente quella di far comprendere a questa gente che i primi a dover difendere la foresta sono loro stessi e che questa può dare da vivere anche senza doverla distruggere. L'ideale di Chris e dei suoi amici di "Amazzonia" è lo stesso che ci ha mosso 4 anni fa quando abbiamo stretto l'alleanza con Amazzonia 90 sotto il patrocinio della Provincia di Modena ed altre istituzioni locali: aiutare a conservare le foreste tropicali e permettere quindi ai loro abitanti di continuare a viverci, siano questi piante, animali o uomini, in un equilibrio autosostenibile e quindi non distruttivo. A parte una donazione al Parco dello Jau che Amazzonia 90 sta già provvedendo ad effettuare direttamente, abbiamo ora concordato di aiutare la Riserva di Xixuau e i suoi abitanti che si sono uniti in cooperativa. Il primo passo sarà un contributo che servirà a comprare un piccolo battello con cui i caboclos del Rio Juauaperì potranno percorrere il fiume portando direttamente alla città i prodotti del loro lavoro e impedendo così che siano sfruttati da commercianti intermediari senza scrupoli che risalgono il fiume e in cambio di poco o niente acquistano tutti i loro prodotti. Abbiamo poi nei giorni scorsi presentato alla Provincia di Modena altri due nuovi progetti per un possibile finanziamento alla Riserva Xixuau nell'ambito degli aiuti alla cooperazione internazionale, uno riguardante la creazione di un centro sanitario permanente per debellare completamente la malaria da tutta la zona e il secondo per la costruzione di una piccola scuola nella foresta e la formazione di alcuni insegnanti locali. Riteniamo che queste iniziative, oltre all'acquisto diretto di terre da rendere aree protette, siano il modo più giusto per permettere agli abitanti del fiume di continuare a vivere nel loro ambiente senza inseguire il falso miraggio della città e nello stesso tempo di rimanere i primi e più attenti guardiani della foresta. Speriamo che sia il modo migliore per assicurare un futuro di integrità alla foresta amazzonica e ai suoi abitanti. Basti pensare che gli "indios" amazzonici prima dell'arrivo degli europei erano diversi milioni e ora sono ridotti a 50- 100.000 e che i "caboclos" hanno originato quel fenomeno di migrazione disperata dalla foresta verso le città che ha prodotto la triste realtà dei "meninos de rua", bambini abbandonati e vittime di qualsiasi violenza, per i quali molte organizzazioni compresa Amazzonia 90 stanno lavorando. Al nostro ritorno vi racconteremo come è andata! Adios!

Dario Sonetti Coordinatore GEV progetti "foresta tropicale"

Luglio 2000.

AMAZZONIA

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